Governo
Dall’accordo tra i 4 partiti principali esce una legge elettorale anonima, su cui nessuno ha grande voglia di mettere il nome. Ma la legislatura è finita.
In Parlamento è partito il gioco della sedia, quello che facevamo da piccoli alle feste. Tutti concentrati sulla musica, che sta per finire.
Il governo Gentiloni sta a quello Renzi come la carbonara vegetariana a quella normale: a parte il guanciale, la ricetta non cambia.
Polemiche pure sul terremoto, che diventa l’occasione buona per tutto: attaccare il governo, fare uno spot al sì al referendum, criticare il Papa. Aiuto.
Cosa resta del referendum sulle trivelle, il giorno dopo? Le secchiate di demagogia, da ogni parte, in una conta perenne tra renziani e antirenziani.
Nel caso Guidi-trivelle, il problema non è una legge in più, ma la permeabilità delle istituzioni. Torna lo scontro politica-magistratura?
Ieri lo Sveglia Italia, sabato prossimo il Family day: il dibattito sulle unioni civili in Senato si annuncia teso. Ma pluralismo non significa paralisi.
Si avvicinano le elezioni e per Renzi arriva il tempo dei diritti, a cominciare dal dossier sulle unioni civili. Ma tutto compatibilmente con Alfano e con la pancia dell’Italia, come dimostrano i tempi lunghi sulla cittadinanza e la retromarcia sul reato di clandestinità.
Chi ci va per devozione, chi per calcolo, chi perché convinto che Renzi sia migliore delle alternative: l’evoluzione in chiaroscuro della Leopolda.
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